Regole e Principi

Regole comportamentali da applicare in modo concreto, in quanto ritenute utili a stabilire una relazione di vita sportiva migliore.
Il cuore pulsante della nostra società è l'impegno di numerose persone animate dalla passione per il gioco del baseball; tale impegno viene incanalato nell'ambizione di fornire ad atleti, tecnici e sostenitori un ambiente sportivo sano nell'allenamento e nel gioco di gara.
Al fine di ottenere un'efficace formazione sportiva e educativa, così come una migliore organizzazione della società, tutti gli atleti e i loro famigliari sono tenuti ad osservare le disposizioni a seguire poiché tracciano le linee di comportamento etico sportivo del Codogno Baseball '67.

PUNTUALITÀ

L’essere puntuali è un segno di attenzione e rispetto nei confronti di allenatori, addetti e compagni di squadra. I nostri coach hanno la buona abitudine di arrivare presto durante le sessioni di allenamento per poter salutare e preparare i loro atleti, crediamo che quando un bambino, un giovane o un adolescente vede la puntualità come una priorità per il proprio allenatore, sarà più probabile che faccia lo stesso.
Prendiamo l’abitudine di arrivare in campo già in divisa (in caso di partite ufficiali) o in tenuta da allenamento (per gli allenamenti) con una decina di minuti di anticipo rispetto all’orario stabilito.
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APPARTENENZA

Anche nelle piccole realtà la divisa assume un significato più grande di quella che è la sua definizione da vocabolario questo perché una divisa affonda le proprie radici nel passato, nella storia e nei valori del gruppo.
Per noi del “Codogno Baseball ’67” la divisa non è un semplice pezzo di stoffa sostituibile con un qualsiasi altro abbigliamento sportivo, dentro quella maglia color Royal c’è un pezzetto di tutti noi, delle nostre tradizioni, del nostro senso di appartenenza e identità.
In ambito sportivo è importante che ciascun atleta (dai piccoli del mini-baseball fino ai grandi della prima squadra) si senta unito agli altri, attraverso la stessa divisa, nei princìpi, ideali, regole e passioni. Questa unione permette di agevolare la relazione tra i membri del gruppo contribuendo ad alimentare costantemente lo spirito di squadra, la capacità d’intendersi, la fiducia, l’aiuto reciproco e il desiderio di cooperare per lo stesso obiettivo.
È importante che durante le partite e gli allenamenti tutti si presentino vestiti in modo appropriato.
Ricordiamo ai nostri atleti che l’abbigliamento e le attrezzature fornite sono di proprietà della società; pertanto, chiediamo di garantire massima cura dell’equipaggiamento personale e di squadra per tutto il tempo in cui sarà a vostro carico. Qualora il materiale venga perduto o danneggiato la società si riserva il diritto, previa verifica, di addebitare le relative spese di riparazione e/o sostituzione ai responsabili.
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CORRETTEZZA

Il Fair Play non è una regola scritta, bensì un comportamento eticamente corretto da adottare nella pratica delle diverse discipline sportive. Fair Play significa rispettare le regole e l’avversario, accettare e riconoscere i propri limiti, sapere che i risultati sportivi ottenuti sono correlati all’impegno del gruppo e non del singolo, perché “noi” vince su “io”. Questo concetto non si esaurisce nel semplice rispetto delle regole perché promuove valori tanto importanti nella vita quanto nello sport come l’amicizia, il rispetto del prossimo e lo spirito di gruppo. Il Fair Play insegna, in una società in cui troppo spesso il fine giustifica i mezzi, a saper perdere e a considerare anche la sconfitta come un insegnamento prezioso per la crescita “umana” e agonistica della persona. Il Fair Play non è solo un modo di comportarsi, ma anche un modo di pensare allo sport come un’occasione di partecipazione e di assunzione di responsabilità e, cosa molto importante, si pone come elemento antagonista dell’inganno e della violenza fisica e verbale.
Durante gli allenamenti e le partite giocatori, staff, allenatori e dirigenti sono caldamente invitati ad avere comportamenti rispettosi e educativi. Per questo motivo viene chiesto loro di:
Impegnarsi ad usare sempre un linguaggio appropriato.
Accettare le decisioni dell’arbitro anche se non si è d’accordo (ricordiamo che solo il Manager ha per ruolo il diritto di contestare le dubbie chiamate di un arbitro).
Evitare le proteste, gli epiteti e le reazioni impulsive nei confronti dell’arbitro e dei giocatori avversari e della propria squadra (ricordiamo che tali comportamenti possono essere puniti dal giudice di gara con l’espulsione e successivamente anche con la squalifica).
Non criticare apertamente in modo violento e/o distruttivo le prestazioni dei compagni, le scelte tattiche/strategiche dell’allenatore o le modalità con cui la società gestisce le attività sportive (ricordiamo che staff e direttivo sono a vostra disposizione per affrontare ogni problematica con spirito costruttivo nei tempi e nei luoghi appropriati).
Non reagire alle provocazioni siano esse direttamente sul campo, in panchina o da parte del pubblico.
Non deridere il prossimo (per esempio, in caso di errori di gioco e/o difetti fisici).
Mantenere sempre l’autocontrollo evitando comportamenti scorretti e/o violenti (per esempio, non scivolare con gli spikes alti, non cercare di colpire intenzionalmente il battitore, non rubare basi).
Non giocare in modo aggressivo quando si è in manifesto vantaggio (ricordiamo che l’avversario va battuto ma mai umiliato).
Non fumare in campo, nei dugout e negli spogliatoi.
Non fare uso di particolari sostanze o medicinali con lo scopo di aumentare artificialmente il rendimento fisico e le prestazioni atletiche.
Dare il proprio contributo personale per salvaguardare le strutture e i campi di gioco mentendo gli ambienti puliti e ordinati (per esempio, riporre negli spazi dedicati le attrezzature di gioco, lasciare in ordine i dugout e gli spogliatoi, gettare i rifiuti negli appositi contenitori).
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AUTOCONTROLLO

A differenza di ciò che si può pensare lo sport non è solamente un’azione fisica, la mente e le emozioni giocano un ruolo decisivo nello svolgimento di ogni prestazione agonistica, per questo motivo chi pratica sport conosce l’importanza di saper gestire le emozioni e, quando possibile, di sfruttarle a proprio vantaggio.
Nel baseball, come in ogni altra attività sportiva, sono molte le emozioni che entrano in campo insieme ai giocatori, positive (gioia, sorpresa, euforia, orgoglio) e negative (tristezza, ansia, paura, rabbia). Nel vasto mondo dell’emotività vogliamo porre l’attenzione sulla rabbia, perché osservare e riflettere in merito al nostro modo di vivere questo sentimento è un passo importante verso un ambiente sportivo sano.
La rabbia è la punta di un iceberg, ciò che emerge in superficie spesso è l’espressione di sentimenti nascosti sotto il livello del mare, come ad esempio la frustrazione per una scorrettezza subita o per una serie di risultati negativi ottenuti in una competizione. Qualunque sia la causa è doveroso ricordare a tutti i membri del “Codogno Baseball ’67”, tifoserie comprese, che non è la rabbia in quanto energia vitale attiva dentro ognuno di noi ad essere pericolosa, ma la sua manifestazione “inadeguata” e il suo modo di agire violento.
Non lanciare con violenza caschetto e/o mazza per dare sfogo ai tuoi sentimenti.
Non usare un linguaggio inappropriato con parolacce e/o bestemmie.
Supera, cercando e creando un “buon gioco”, i momenti critici personali o di squadra.
Non agire in preda alla rabbia ma impara a decodificarla (non sarà facile, richiederà tempo e impegno ma, quando riuscirai a dialogare con questa emozione, avrai arricchito la tua esperienza di vita sportiva e ci sarà un’energia vitale in più con te in campo).
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MOTIVAZIONE

Nello sport l’importante è partecipare oppure è la vittoria l’unica cosa che conta? Dare una risposta univoca e corretta a questa domanda è complesso, anche se possiamo individuare due principali linee di pensiero tra le tante teorie esistenti. La prima vede la partecipazione e il divertimento come elementi base dello sport, mentre la seconda vede la vittoria come principale fonte di alimentazione dello sport.
Indubbio è che una squadra con una sana voglia di vincere si distingue dalle altre per mentalità, determinazione, impegno e spirito di sacrificio. Avere voglia di vincere è inoltre una condizione fortemente legata al concetto di gruppo dove collaborazione, cooperazione e condivisione portano alla consapevolezza della reale forza di una squadra.
Cerchiamo di essere un esempio positivo con i fatti piuttosto che con le parole, i comportamenti di ognuno di noi hanno un valore maggiore rispetto a qualsiasi critica, seppur costruttiva, o qualsiasi commento fatto a voce.
Ricordiamo che si vince o si perde tutti insieme, i giocatori in campo, i giocatori in panchina così come lo staff tecnico e dirigenziale.
Dimostriamo la nostra voglia di vincere con atteggiamenti positivi sia in campo che in panchina (per esempio incitando i compagni, chiamando il numero degli out o il conto sul battitore, entrando o uscendo dal campo di corsa sia in fase di gioco che di supporto ai compagni durante il riscaldamento).
Non dimentichiamo che “l'arte di vincere la si impara nelle sconfitte”.
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PRONTEZZA

Le varie e molteplici dinamiche del baseball portano spesso giocatori e staff ad affrontare situazioni nuove e altamente mutevoli che, con il passare del tempo, aiutano a sviluppare la capacità di mettersi in discussione e prendere in considerazione soluzioni diverse. Imparare ad analizzare rapidamente un particolare contesto e trovare prontamente una soluzione è una capacità che può tornare di grande aiuto, non solo in campo e nello spogliatoio, ma anche nei contesti quotidiani.
Dimostriamo tramite: la consapevolezza (utile per acquisire una visione globale del momento), l’ascolto (necessario per individuare un problema sin dalle sue prime forme), la curiosità (che ci spinge a valutare più possibilità di soluzioni), la creatività (che ci permette di sperimentare soluzioni inaspettate) e la determinazione (per non abbattersi e andare avanti verso la soluzione) la nostra voglia di affrontare in modo analitico e positivo i piccoli ostacoli e le grandi difficoltà.
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